Salvare la montagna, salvare l’umanità. Una necessità urgente
La crisi climatica sta trasformando le montagne in indicatori tangibili delle nostre azioni sull’ambiente. L’alpinista Hervé Barmasse ci invita a riconsiderare il nostro rapporto con la natura e a prendere misure urgenti per la nostra stessa sopravvivenza.
Aless P. 24/05/2024
La Montagna come indicatore climatico
La crisi climatica è una realtà innegabile che sta trasformando il nostro pianeta in modi sempre più visibili e drammatici. L’alpinista valdostano Hervé Barmasse, in un recente articolo del Corriere della Sera scritto da Paolo Morelli, ha sottolineato un punto cruciale: “Non dobbiamo salvare la montagna di per sé o il pianeta, ma dobbiamo salvare la specie umana, la Terra sta lì”. Questa affermazione, apparentemente provocatoria, nasconde una verità fondamentale: la nostra sopravvivenza è intrinsecamente legata alla salute del nostro ambiente.
Barmasse, che vive la montagna quotidianamente, ha espresso queste considerazioni in occasione dell’apertura della seconda edizione del festival “Un grado e mezzo” al Castello del Valentino. Con lui, esperti come Michele Freppaz ed Elisa Palazzi, hanno discusso su come le alterazioni climatiche stiano modellando le nostre montagne. “La montagna, d’estate soprattutto, è diventata molto pericolosa”, ha detto Barmasse, indicando i pericoli crescenti legati alle ascensioni estive a causa delle temperature anomale e della fusione dei ghiacciai.
L’Impatto del cambiamento climatico
L’osservazione di Barmasse è chiara: le montagne, con la loro maestosità e i loro ecosistemi unici, sono diventate indicatori tangibili del cambiamento climatico. Le temperature estreme, i picchi anomali e il freddo invernale che ormai tarda ad arrivare sono segnali di una crisi climatica che non possiamo più ignorare. “In Spagna sono arrivati a 49°C”, ha ricordato l’alpinista, sottolineando come le condizioni estreme stiano diventando la norma, non l’eccezione.
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Riscoprire la montagna post-Covid
Le riflessioni di Barmasse ci invitano a riconsiderare il nostro rapporto con le montagne e, più in generale, con l’ambiente. La pandemia di Covid-19 ha rappresentato, paradossalmente, un’opportunità per riscoprire la montagna. “C’è la voglia di scoprire un mondo prima accantonato”, ha affermato, sottolineando come molte persone ora vedano le montagne come una fuga dalle città sempre più calde e inospitali. Tuttavia, questa riscoperta deve essere gestita con attenzione e rispetto per l’ambiente.
Soluzioni per le riserve idriche
Le soluzioni proposte da Barmasse riguardano anche le riserve idriche, un tema di cruciale importanza. “Gli invasi non hanno mai portato a grandi soluzioni”, ha detto, proponendo invece di guardare alla desalinizzazione dell’acqua come una risorsa da sfruttare. Questo suggerimento, già applicato in zone come Pantelleria, potrebbe rappresentare una svolta nella gestione delle risorse idriche, ma richiede investimenti significativi.
Le parole di Hervé Barmasse sono un potente richiamo all’azione. Non possiamo più permetterci di vedere la montagna come un’entità separata dal resto del pianeta. Salvare la montagna significa salvare noi stessi, e il tempo per agire è ora. Come cittadini e come esseri umani, abbiamo il dovere di innalzare la nostra consapevolezza e di agire concretamente per preservare il nostro futuro equello delle altre creature. Le montagne sono il nostro barometro climatico: se ignoriamo i loro segnali, lo facciamo a nostro rischio e pericolo.