Futuro delle Alpi Apuane. Il CAI si oppone alle attività estrattive

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Le Alpi Apuane sono al centro di un acceso dibattito riguardo alle attività estrattive che ne minacciano l’ecosistema. Durante il convegno organizzato dal Club Alpino Italiano (CAI) a Castelnuovo di Garfagnana, la comunità locale e gli esperti si sono uniti in una decisa opposizione alle estrazioni di marmo. Il convegno ha visto una partecipazione corale per promuovere una nuova direzione di sviluppo sostenibile per queste montagne uniche.

Aless P. 23/05/2024

 

Il convegno: un appello collettivo per la salvaguardia

In una saletta ex Archivio gremita di pubblico, la sezione CAI di Castelnuovo di Garfagnana, con il presidente Luca Mori, ha dato inizio ai lavori dell’evento, frutto della collaborazione fra le sezioni del Club Alpino Italiano di Lucca, Barga e Castelnuovo, insieme a vari comitati e associazioni locali.

Come riportato dalla testata online SerchioinDiretta.it, Mori ha sottolineato l’importanza di coordinare tutti i movimenti, gruppi e associazioni locali attivi da tempo sul fronte ambientale per prendere una direzione comune e coerente a livello di valle, capace di influenzare le politiche territoriali del comprensorio apuano. La scelta del momento pre-elettorale per questo evento è stata deliberata, anche se, purtroppo, la partecipazione degli amministratori locali è stata minima.

 

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Impatti ambientali delle attività estrattive

Mori ha evidenziato come il pomeriggio sia stato ricco di contenuti, permettendo ai partecipanti di comprendere appieno i gravi problemi legati all’estrazione del marmo. Sono emerse numerose testimonianze che hanno mostrato come la monocoltura del marmo abbia effetti negativi sulle risorse idriche, sul suolo e sulla qualità dell’aria. Questi problemi compromettono la biodiversità delle Alpi Apuane, tra le più ricche e peculiari d’Italia, e ostacolano la valorizzazione turistica e la fruibilità agro-silvo-pastorale ed escursionistica della montagna.

Visione per il futuro delle Apuane

Il CAI di Castelnuovo ha sollevato domande cruciali: “Come vogliamo che diventino le Apuane da qui a 10, 15, 30 anni? In quali condizioni le consegneremo alle future generazioni? Riusciamo a concepire queste montagne uniche al mondo oltre i cinque anni di ordinaria amministrazione, tracciando per esse progetti innovativi di ampio respiro e realmente improntati sulla sostenibilità? Vogliamo continuare a distruggerle in nome della loro risorsa marmo o fermarsi e tentare la ricostruzione di un nuovo possibile equilibrio ambientale e socio-economico, dando forza all’operato di tutela e valorizzazione del Parco Regionale delle Alpi Apuane?”. Queste domande hanno guidato i vari interventi, sottolineando l’urgenza di un nuovo modello economico che non sia basato sulla depredazione ma sulla sostenibilità.

 

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Interventi significativi

Il presidente della commissione regionale tutela ambiente montano del CAI Toscana, Mauro Chessa, ha sottolineato come l’attuale modello economico lineare sia speculativo e impattante, impoverendo le comunità locali e accollandone i costi ambientali e i rischi idrogeologici. Nadia Ricci, presidente della Federazione Speleologica Toscana, ha evidenziato l’unicità dei fenomeni carsici apuani e i danni provocati dalla marmettola, che compromette le riserve idriche. Rossano Ercolini, presidente di Rifiuti Zero Italia ed Europa, ha parlato della necessità di passare da un’economia lineare a una circolare, in linea con le direttive europee.

Conclusioni del convegno

Gli organizzatori del convegno si sono impegnati a continuare su questa strada di sensibilizzazione e azione collettiva, promuovendo un futuro sostenibile per le Apuane e la montagna in generale. Come affermato da Benedetta Barsi, presidente del CAI Toscana, il Club Alpino Italiano rimane fermamente impegnato per la causa apuana.

Per maggiori dettagli sul convegno e le dichiarazioni dei partecipanti, si rimanda all’articolo completo su Serchio in Diretta.

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